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Mi chiamo Valentina Gianuzzi e la mia carriera inizia come danzatrice e organizzatrice nel settore artistico-culturale. Ho sempre coltivato una forte passione per la formazione, lavorando con i giovani nelle scuole attraverso laboratori teatrali, di movimento e come insegnante.

Dopo molti anni dedicati alla formazione e una laurea in Lettere, in un momento particolare della mia vita, ho scoperto la mia passione per il Tai Chi e la meditazione. Ho approfondito varie tecniche olistiche e bioenergetiche, riconoscendone il grande potenziale per il benessere e la salute psicofisica.

Il mio percorso mi ha poi portato ad incontrare il coaching, una disciplina che mi ha appassionato profondamente. Ho seguito un corso presso il Centro di Discipline Olistiche, ottenendo l'attestato di Coach personale e professionale, riconosciuto a livello internazionale dall’IPHM (International Practitioners of Holistic Medicine), dal CMA (The Complementary Medical Association) e dal CPD (Centre of Excellence).

Il coaching riassume tutte le mie esperienze come essere umano in evoluzione. Credo fermamente che il coaching offra una chiave indispensabile per operare cambiamenti profondi su se stessi e nella propria vita, influenzando positivamente anche chi ci circonda.

Questo progetto nasce dal desiderio di essere al servizio degli altri, aiutandoli a comprendere se stessi, a evolvere e a vivere esprimendo il loro pieno potenziale.

Chi Sono
Cosa Faccio
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Cosa faccio

Ho sempre creduto che il cambiamento rappresenti una grande occasione di crescita in tutti i settori e momenti della vita. Il mio lavoro consiste nel facilitare il cambiamento delle persone e accompagnarle nel loro percorso di rinnovamento.

La mia metodologia integra il coaching, che costituisce la base strutturale delle consulenze che offro, con diverse tecniche come la meditazione, la bioenergetica e la mindfulness. Queste pratiche arricchiscono il percorso, che viene creato su misura in base alle esigenze individuali.

La Mia Visione Olistica

La mia visione parte sempre da una concezione olistica dell’essere umano, visto come un insieme inscindibile di corpo, mente, spirito e anima. L’evoluzione e il benessere dell’individuo si raggiungono attraverso il riequilibrio delle singole parti, che sono profondamente interconnesse tra loro.

Tecniche Integrate

L’unione di tecniche occidentali e orientali mi aiuta a destrutturare i blocchi inconsci che ognuno di noi porta dentro di sé. Questi blocchi spesso si manifestano in pensieri, sensazioni e credenze che sabotano l’azione positiva. Il mio lavoro mira a migliorare lo stato di equilibrio psicofisico dell’individuo, permettendogli di focalizzarsi e realizzare i propri obiettivi più profondi.

Attraverso questo approccio integrato, accompagno le persone a esprimere il loro pieno potenziale, favorendo un cambiamento positivo e duraturo nella loro vita.

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Introduzione al Coaching

Definizione

"Il Coaching è un metodo di sviluppo di una persona, di un gruppo o di un’organizzazione, che si svolge all’interno di una relazione facilitante, basato sull’individuazione e l’utilizzo delle potenzialità per il raggiungimento di obiettivi di cambiamento/miglioramento autodeterminati e realizzati attraverso un piano d’azione."
— Pannitti & Rossi, L’essenza del coaching, Franco Angeli, 2012

Il coaching è dunque un processo che si sviluppa all’interno di una relazione facilitante tra il coach e il coachee, nella quale il cliente è guidato verso una maggiore consapevolezza. Questo supporta una nuova capacità di scelta autonoma e una responsabilità attiva, favorendo il benessere e l’autorealizzazione personale.

Le Origini Storiche

Il coaching ha origine circa 150 anni fa nelle università di Oxford e Cambridge. Inizialmente, si trattava di tutor che aiutavano studenti ricchi ma poco motivati a superare gli esami, accompagnandoli come fossero su una carrozza (in inglese "coach") fino alla laurea. Avere un "coach" divenne presto uno status symbol.

Successivamente, il coaching si diffuse nel mondo dello sport, specialmente nel canottaggio e nel tennis. Qui, il coach aveva un approccio direttivo, indicando agli atleti cosa fare per vincere.

Alla fine degli anni '70, Timothy Gallwey, un coach sportivo e psicologo americano, rivoluzionò il concetto di coaching introducendo l’approccio non direttivo. Le sue idee si basavano sul principio che, attraverso conversazioni maieutiche, si potevano ottenere risultati migliori rispetto al semplice dare ordini. L'osservazione e il feedback diventavano strumenti fondamentali per l’automiglioramento dell’atleta.

Il coaching moderno si fonda su questo approccio non direttivo, mirato a liberare il potenziale individuale per massimizzare le prestazioni. Più che insegnare, si tratta di aiutare l’individuo ad apprendere autonomamente e consapevolmente, facendo leva sulla propria responsabilità.

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